Dopo aver avuto esperienze d’uso di PC sia con Windows che con Linux ho deciso di acquistare il Mac Mini. Ho effettuato l’acquisto direttamente sul sito della Apple ed ho trovato molto comoda la possibilità di poter effettuare il pagamento rateale mediante la finanziaria.
Ho scelto quello da 599 euro e me lo sono “configurato” direttamente sul sito.
Dunque, riepilogando, le caratteristiche principali del mio Mac Mini sono:
– Processore 1,42 Ghz
– Hard disk 80 Gb
– Memoria ram 512 mb
– Superdrive (masterizzatore dvd)
– Kit mouse + tastiera apple
Il costo sostenuto è stato di 837 euro compreso il finanziamento (11 rate) e confrontando questo prezzo con quello delle altre configurazioni Apple, l’ho trovato molto conveniente.
Inizialmente la mia esperienza con il PC era caratterizzata dall’uso esclusivo di Windows. Successivamente ho utilizzato anche Linux in dual boot con Windows ed infine per un anno ho usato solo ed esclusivamente Linux sul portatile. Per quanto riguarda Linux, le distribuzioni che ho provato sono: Slackware, Debian, Ubuntu, Libranet, Kubuntu, Mephis, Knoppix, Peanut, Xandros, Linspire, Mandrake (ora Mandriva), Suse, Fedora, Lycoris ed altre. Quella che invece ho “usato” di più è stata Mandrake (ora Mandriva). La gui che prediligo in ambiente Linux è Kde che ritengo molto raffinata e con una “usabilità” superiore a quella di Windows.
Il bla bla bla precedente era solo per tracciare il mio profilo di utilizzatore di computer.
Quindi posso dire, senza falsa modestia, di avere una visione non limitata ad una sola piattaforma, sia Hardware che Software.
Quella che sto per esporre è solo la mia esperienza d’uso del Mac, tenendo presente le esperienze che ho avuto ed ho tuttora con il modo PC (sia in ambiente Windows che Linux). Le opinioni che esprimo sono del tutto personali ed opinabili.
Impressioni d’uso del Mac Mini
Appena acceso mi ha subito ben impressionato perché oltre ad essere “scarso” di dimensioni si è rivelato “scarso” anche in termini di rumorosità. Non ho mai usato un computer più silenzioso di questo. Se escludiamo il monitor, l’unico modo per accorgersi che il Mac Mini è acceso risulta essere il led vicino al SuperDrive. Quindi abbiamo già individuato la prima piacevole differenza rispetto al mondo delle rumorose ventole dei PC.
Il primo impatto con il sistema operativo (Mac OSX Phanter) non è stato dei migliori. Navigando all’interno del sistema mi sono accorto che non esiste nulla che consente di avere la contabilità del software installato e non esiste un menù start, così come lo intendiamo nei mondi Windows e Linux (kde-gnome).
Mi sono sentito perso. Ma ho subito capito che questo derivava dalle mie precedenti esperienze d’uso con Windows e Linux che dal punto di vista grafico sono molto simili, anche se le gui in ambiente Linux, in particolare Kde, sono, a mio avviso, superiori.
L’impatto, per così dire, negativo con Phanter è durato solo 10 minuti perché poi mi sono accorto che il sistema è molto più facile da usare rispetto a Windows e Linux.
Dunque, dicevo, che mi sono messo alla ricerca di qualcosa come “installazione applicazioni” o “kpackage” per gestire il software installato nel sistema, ma non ho trovato nulla. Poi ho capito anche il perché ed il motivo è molto ma molto semplice: non serve. Infatti in ambiente Mac la maggior parte delle applicazioni vengono distribuite sotto forma di file eseguibili che dobbiamo solo copiare, così come sono, all’interno della cartella Applicazioni. Se un giorno decidiamo che quel programma non ci serve più, lo dobbiamo solo cancellare dalla cartella Applicazioni, tutto qui. Con questo abbiamo individuato il secondo punto a favore del Mac.
Oltre al sistema operativo viene fornita anche la suite iLife ’05 che è composta da iTunes, iPhoto, iMovie HD, iDVD e GarageBand. L’integrazione tra i programmi che compongono la suite è ottima. La facilità d’uso è impressionante, è davvero un gioco da ragazzi importare e modificare le proprie foto con iPhoto per poi farne una raccolta su DVD con tanto di effetti di transizione e musica. Chi possiede una telecamera digitale la può collegare tramite la porta fireware e lasciare che iMovie HD faccia in automatico il montaggio video scegliendo nel wizard la voce “Crea un Magic iMovie”. Chi invece è appassionato di musica può utilizzare i loop free di GarageBand (ce ne sono tanti in rete e nei cd allegati alle riviste del settore) per dare sfogo alla propria creatività.
Usando Mac OSX mi sono reso conto che è il miglior Sistema Operativo attualmente in circolazione in termini di stabilità e facilità d’uso. Se uno non ha mai visto un computer ed usa Mac OSX si troverà subito a proprio agio. La questione, invece è diversa, per chi ha utilizzato in precedenza Windows, proprio perché l’utente sarà ancorato alle “vecchie” abitudini ed avrà, quindi, bisogno di un periodo di ambientamento. Questo perché l’ambiente operativo è completamente diverso.
Ma la questione di fondo e questa: un utente che non ha mai visto un computer si troverà più a suo agio avendo il primo approccio con il Mac anziché con il PC e Windows. Faccio un esempio semplice semplice (mi metto sempre nei panni di chi non ha mai visto un computer): se posseggo una foto-camera e la collego al computer tramite porta usb, sul Mac si apre automaticamente, senza installare alcun driver, iPhoto che mi consente di importare le foto, organizzarle ed eventualmente modificarle conservando sempre la foto originale, che sarà di nuovo disponibile se diciamo al programma, tramite il menù Foto, “ripristina originale”. Ma attenzione questa non è la classica funzione “annulla modifiche”, ma è proprio la foto originale che sarà possibile ripristinare anche dopo diversi giorni (praticamente quando ci siamo accorti che il nostro lavoro di modifica non ci piace). E questo senza doverci preoccupare di fare una copia di riserva della foto e senza bisogno di dover ricorrere ad un programma di terze parti, ma utilizzando un’applicazione già inclusa nella dotazione software.
Se siamo utenti abituati a lavorare con diverse applicazioni aperte, diciamo 9 alla volta, ci risulterà molto comoda l’opzione offertaci dal tasto F9 che ridurrà tutte le applicazioni in piccole finestre a schermo (suddivise in questo caso in 3 applicazioni per colonna) e che ci consentirà di saltare da un’applicazione ad un’altra senza problemi di sorta ed in modo sicuro. Quante volte ci è capitato con windows di aprire una ad una le finestre ridotte ad icona per individuare quella che ci interessa? Credo che con questo ci siamo capiti…
Questi erano solo degli esempi (ce ne sarebbero altri da fare, ma non lo faccio per motivi di spazio).
Quindi abbiamo individuato il terzo punto a favore del Mac, l’usabilità.
Dal punto di vista della compatibilità hardware-software, posso dire senza ombra di dubbio che la proverbiale stabilità del Mac deriva dal fatto che sia la Apple che le altre software house devono lavorare facendo riferimento con, al massimo, una decina di possibili configurazioni hardware disponibili. E questo si traduce in stabilità ed affidabilità dei prodotti software che lavorano in armonia con le componenti hardware.
Purtroppo sia Windows che Linux devono fare i conti con centinaia se non migliaia di possibili configurazioni hardware disponibili e questo purtroppo va a scapito della stabilità ed affidabilità dei sistemi su cui sono installati.
Usando il Mac ho notato con piacere che esiste un ampio supporto dei produttori di hardware (stampanti, scanner, etc…) per questa architettura. Purtroppo, la maggior parte dei produttori, hanno deciso di non supportare direttamente Linux (forse a causa delle svariate distribuzioni attualmente in circolazione) e non vogliono rilasciare nemmeno le specifiche per consentire agli sviluppatori del mondo open source di sviluppare i software appropriati. Questo ricade sugli utenti che si ritrovano ad usare i driver Cups (per le stampanti) e i driver Sane (per gli scanner) che non sempre consentono di utilizzare tutte le funzionalità di queste periferiche.
Un’altra nota positiva è che su Mac OSX è possibile utilizzare anche applicazioni progettate per poter funzionare con il Sever grafico X11, quindi abbiamo la possibilità di poter usare le migliaia di applicazioni open source disponibili in giro per la rete.
Ci sono poi altre applicazioni open source progettate per poter funzionare in modo nativo su Mac OSX come Mozilla Firefox, Mozilla Thunderbird, Mplayer, Mencoder (con la gui) ed altre. A tal proposito, avendo usato in precedenza, sia con windows che con linux, il client di posta Mozilla Thunderbird, al momento di utilizzare il Mac mi è bastato copiare la cartella delle impostazioni di Thunderbird sul computer della mela per avere subito a disposizione, già pronto, operativo e senza perdere i messaggi precedenti, il mio client di posta preferito (ma questo sinceramente è tutto merito di Thunderbird, che mi fa piacere avere anche sul Mac).
Inoltre per chi è ancorato per un motivo o per un’alro alla suite da ufficio Microsoft Office, essa è disponibile anche per il Mac ed attualmente è arrivata alla versione 2004, ma io consiglio di utilizzare NeoOfficeJ che è un’applicazione basata su OpenOffice e rilasciata sotto licenza GPL.
Per i professionisti, c’è il costosissimo Adobe Photoshop, ma per gli utenti “domestici” va più che bene iPhoto e per quelli più esigenti c’è sempre l’ottimo Gimp.
Quindi come vedete, software a volontà…
Con questo abbiamo individuato il quarto punto a favore del Mac, la compatibilità e la disponibilità hardware-software.
Per il momento è tutto!